Femme fatale: un mito femminile perverso di fine ottocento

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femme fatale un mito femminile perverso di fine Ottocento

Larisa Ryskalin Liceo Scientifico “U. Dini” – Pisa Anno scolastico 2006-2007

femme fatale un mito femminile perverso di fine Ottocento

(Theda Bara, fotogramma pubblicitario, 1916-17 circa. Il prossimo sei tu: la brama distruttiva del Vampiro)

Di donne fatali ce ne sono state sempre nel mito e nella letteratura, perché mito e letteratura non fanno che rispecchiare fantasticamente aspetti della vita reale, e la vita reale ha sempre offerto esempi più o meno perfetti di femminilità prepotente e crudele. Mario Praz “La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica” ( 1930)

PREMESSE
TEMI E MITI DELLA LETTERATURA DECADENTE:
• Ammirazione per le epoche di decadenza; « Je suis l’Empire à la fin de la décadence […] d’un style d’or où la langueur du soleil danse » « Sono l’impero alla fine della decadenza […] il languore del sole in uno stile d’oro » [Languore, Verlaine] “decadenza” come espressione di una sensibilita’ ambigua, bilanciata sul sottile equilibrio fra bellezza e corruzione, fra godimento raffinato e impulso di morte. • culto di cio’ che e’ corrotto, impuro, “decadente” (es. “La Belletta” di D’Annunzio); gia’ dal titolo e’ comprensibile questo motivo: la belletta e’ la fanghiglia delle paludi; “persiche mezze”(= pesche troppo mature), “rose passe”, “miele guasto”, “la palude e’ come un fiore // lutulento (fangoso, latinismo)”, “Le bolle d’aria salgono in silenzio (le bolle di gas prodotte dalla putrefazione sul fondo della palude”) • culto della raffinatezza estenuata BIZANTINISMO DECADENTE (trionfo di forme ricche, opulenti, raffinate = vedi sopra il latinismo usato da D’Annunzio); letteratura come gioco di forme, gioco d’arte del tutto lontano dalla societa’. • ricerca del nuovo e inaudito

• sensibilita’ acutissima, esasperata, al limite della nevrosi:

trovare stimoli sempre nuovi per non cadere nella noia e nell’inerzia, ma anche sintomo di una sensibilita’

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