Commento verga la morte di gesualdo
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Giovanni Verga è un scrittore della fine del diciannovesimo secolo, il maggior esponente della corrente letteraria del verismo, una corrente che utilizza il “principio dell'impersonalità” con la terza persona per essere più giusto nell'interpretazione delle classe sociale. La sua opera eponima, Mastro don Gesualdo, scritta in 1889, mostra l'ascensione e la caduta di un figlio poverissimo che diventerà ricchissimo grazie alla sua intelligenza e il suo lavoro.
Gesualdo è nel passo vicino alla morte, nel palazzo della figlia e del genero a Palermo, nella camera della domestica e nell'indifferenza totale della famiglia. La caduta di Gesualdo si rispecchia nella sua situazione precaria e nel vocabolario usato nella descrizione.
Di prima acchita, il testo rispecchia la caduta di Mastro don Gesualdo nell'agonia, con unica presenza accanto a lui un servitore malevolo. Il testo comincia dalla malattia di Gesualdo, vicino alla morte ‹‹ Durò ancora qualche giorno così, fra alternative di meglio e di peggio ›› (l. 1, 2), ancora una speranza ma Gesualdo è nella camera della domestica, sul punto di morire, tutti sapono che è la fine, ma c'è nessun persona con lui. Tutto si accalca veloce, ‹‹ una note ›› (l. 3), il servitore ascolta Gesualdo ‹‹ agitarsi e smaniare ›› (l. 5), ma finge di non udirlo. Quando Gesualdo chiama sua figlia, per vederla un ultima volta, il servitore fa come se niente fosse, non esegue più gli ordini del suo maestro,è dunque un segno del non rispetto verso alla figura forte. La sua risposta quanto a la presenza della figlia per parlare un ultima volta con il padre è orribile ‹‹ “ah, sissignore. Ora vado a chiamarla” rispose il domestico, e tornò a coricarsi ›› (l. 11, 12), in realtà rifiuta le ultime volontà di una persona, è anti-cristiano ! In più dice ‹‹ furibondo, masticando delle bestemmie e delle parolacce ››, che mostrano che se ne frega di Gesualdo, della religione e