Inno a venere
TRADUZIONE E ANALISI BRANI DE RERUM NATURA – LUCREZIO L’INNO A VENERE (I, 1-43) – pag. 351 e seguenti (vol. 1)
Madre degli Eneadi, piacere degli uomini e degli dei, Venere datrice di vita, che sotto gli astri che scorrono del cielo popoli il mare ricco di navi, che (popoli) le terre feconde di messi, poiché attraverso di te ogni genere di esseri animati è concepito e vede, una volta nato, i raggi del sole: te, o dea, te fuggono i venti, te le nubi del cielo e il tuo arrivo, per te la terra industriosa produce fiori profumati, per te sorridono le distese del mare e il cielo placato risplende di luce diffusa. Infatti, non appena l’aspetto primaverile del giorno si è rivelato e dischiusa prende forza la brezza generatrice del Favonio, dapprima gli uccelli del cielo te, o dea, e il tuo arrivo annunciano colpiti nei cuori dalla tua forza. Allora gli animali feroci e gli armenti saltano qua e là per i pascoli rigogliosi e attraversano a nuoto fiumi vorticosi: così presa dal tuo fascino (ciascun animale) ti segue bramosamente ovunque tu lo voglia condurre. Infine attraverso i mari e i monti e i fiumi impetuosi e le dimore frondose degli uccelli e i campi verdeggianti incutendo in tutti un dolce amore attraverso i cuori fai in modo che con desiderio riproducano le generazioni specie per specie. E poiché tu sola governi la natura e senza di te nulla nasce nelle celesti spiagge della luce né accade nulla di lieto né nulla di amabile, desidero che tu mi sia compagna nello scrivere i versi che io mi sforzo di comporre sulla natura per il nostro Memmiade (= discendente dei Memmi), che tu, o dea, in ogni circostanza hai voluto che eccellesse, ornato di ogni virtù. Perciò tanto più concedi, o dea, eterno fascino alle mie parole, fa’ in modo che intanto le feroci imprese di guerra attraverso i mari e tutte le terre, placate, riposino; infatti tu sola puoi aiutare con una pace tranquilla i mortali, poiché governa le feroci operazioni di guerra Marte forte nelle