Il fenomeno della fuga dei cervelli in italia
Ogni anno, migliaia di giovani dopo la laurea abbandonano l’Italia per vivere e lavorare in un altro Paese.
Non si tratta di “mobilità internazionale” per arricchire il curriculum, ma di un vero e proprio espatrio generale che sta allontanando definitivamente dall’Italia i migliori laureati.
La fuga dei laureati cominciata all’inizio degli anni 80 in Italia, non sembra arrestarsi e ciò preocupa sempre di più il governo Italiano.
Nella prima parte, presenterò il fenomeno della fuga dei cervelli in Italia dandovi qualche ciffra.
Poi, in una seconda parte, darò le ragioni per cui numerosi laureati italiani scelgono di lavorare all’estero
Infine, in una terza parte, parlerò delle conseguenze della fuga dei cervelli sull’economia Italiana cosi come delle disposizioni prese dal governo italiano per rimediare a questo problema.
I) Presentazione del fenomeno della « fuga » dei cervelli
Prima di cominciare la mia prima parte che tratta dal fenomeno della fuga dei cervelli, mi è sembrato appropriato di spiegare esattamente cos’è la « fugga dei cervelli ».
La fugga dei cervelli o « brain drain » consiste nell’ « abbandono di un paese a favore di un altro da parte di professionisti o persone con un alto livello di istruzione, generalmente in seguito all’offerta di condizioni migliori di paga o di vita” ». Questa definizione è offerta dall’ Enciclopedia Britannica.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo il Rapporto Migrantes del 2009 :
Ogni anno, il 5 per cento dei nuovi laureati lascia l’ Italia per andare a lavorare all’estero, mentre solo l’1 per cento dei laureati del resto d’Europa lascia il proprio paese
Si tratta di laureati in materie scientifiche e specializzati in nuove tecnologie: tra cui molti ricercatori universitari, medici , informatici ed economisti . In questo modo si puo dire che la proporzione degli italiani che lavora all’estero appartiene al segmento di maggiore qualità.