Mazzini e la "libertà negativa" - en italien
Meriti e limiti della rivendicazione dei diritti individuali
Testo e commento a cura di S. M.
§1 INTRODUZIONE.
Riportiamo una pagina mazziniana che può chiarire bene la sua posizione in materia di libertà “negativa” e diritti individuali.
Lo scritto da cui è tratto è "I sistemi e la democrazia", che l’autore pubblicò in italiano nel 1850, dopo una prima versione inglese risalente al 1846-47.[1]
Nelle pagine seguenti a queste è contenuta soprattutto la critica della “dottrina dei diritti individuali”, che Mazzini considera “incompetente” (=incapace) a stabilire il valore della solidarietà sociale e del progresso condiviso.
Il “culto dell’individualità” - scrive Mazzini, col suo stile sempre un po’ enfatico - porta la società a “rovinare di grado in grado negli abissi dell’egoismo”.
La posizione di Mazzini viene, però, compresa in modo incompleto se non si prende in considerazione anche il valore che assegnava alla rivendicazione dei diritti individuali.
Per quanto insufficiente a fondare la dimensione etico – politica della democrazia, ed esposta al rischio di trasformarsi in mera rivendicazione dell’egoismo, la “dottrina dei diritti individuali” è da lui considerata un valore acquisito. Il difetto dei suoi sostenitori è solo quello di non saper fare passi avanti rispetto a tale acquisizione.
Per chiarire questo punto, dobbiamo leggere le pagine immediatamente precedenti, che riportiamo di seguito.
Il tema da evidenziare è nel seguente elogio della libertà individuale, in particolare della funzione che ha avuto nell’abbattere l’autoritarismo e l’immobilismo dell’ancien régime:
“La dottrina che ha le basi sui diritti dell’individuo ha compiuto, negli ultimi sessanta anni[2], un alto ufficio, importantissimo all’umanità. Nata quando[3] la vita religiosa delle nazioni era serva a collegi di preti e la loro vita politica serva a governi buoni o tristi[4] che fossero e l’intellettuale a censori e l’economica a gente di dogana e a