Bestia umana
La bestia umana (titolo originale La Bête humaine) è un romanzo di Émile Zola pubblicato nel 1890, diciassettesimo del ciclo de I Rougon-Macquart.
Ennesimo capitolo del ciclo dei "Rougon-Macquart" che descrive eventi, ideali, sentimenti, speranze, illusioni, vizi e virtù della Francia nella seconda metà del Ottocento oppure come scrisse lo stesso Zola nella prefazione al primo volume La fortune des Rougon, un'epoca eccezionale di follia e di vergogna.
Ambientato tra Parigi e Le Havre, si tratta di un precursore romanzo nero, di una sorta di thriller del XIX secolo. Descritte sul suggestivo sfondo del mondo stregato della ferrovia vengono esposte tematiche come quella dell'alcolismo e quella della follia omicida.
La ferrovia, la locomotiva, sono viste nel ruolo di macchinari di genere femminile e questa associazione ricorda le chimere della mitologia classica, per la voracità con la quale macinano metri su metri e per il calore esplosivo che emanano dal basso ventre.
Zola, durante la compilazione dell'opera, effettuò la tratta da Parigi a Mantes-la-Jolie sulla bruciante e scomoda locomotiva, assieme al macchinista e al fuochista. Ma l'autore era già legato ai treni, dato che il padre ingegnere aveva realizzato una delle prime linee ferroviarie e la passione per i treni divenne costante nella vita dell'autore, che dalla sua terrazza, si divertì a fotografare innumerevoli treni in transito nel vicino binario.[1]
È un'opera inquietante, terribilmente pagana, un'epica perfettamente riuscita, come affermò Gilles Deleuze in una sua critica letteraria, nella quale il protagonista, il treno, trascende anche il ruolo di testimone e di censore, per assurgere a quello di agente, e come tale regge il carico di simbolo nella storia.[2]
Zola: La bestia umana
Émile Zola nacque a Parigi nel 1840, figlio di un ingegnere italiano e di una donna francese. Trascorse la propria infanzia ad Aix-en-Provence, dove strinse amicizia con il futuro grande pittore Paul