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Romanziere e saggista francese (Parigi, 1840 - idem, 1902)
In un secolo, il XIX, dominato dal romanticismo, Émile Zola, affascinato dal metodo scientifico, convinto che il romanziere sia un osservatore e uno sperimentatore, prosegue il sogno di una conoscenza totale del soggetto umano, di cui il romanzo deve essere lo strumento. A questo scopo, si confonde con il naturalismo come estetica e come visione del mondo, ma di contro, il naturalismo si confonde con lui: egli ha, allo stesso tempo, inventato ed esaurito il metodo e le sue realizzazioni possibili. Il suo naturalismo può essere definito anche come una sorta di "umanesimo scientifico", ossia un'attenzione sincera e partecipata per la classe "la plus nombreuse et la plus pauvre" (Saint-Simon) sostenuta da una visione scientifica - quella della sua epoca -del destino umano, dove race, milieu et moment gravano sulla sorte del singolo e della collettività come un che di irrefutabile e di immodificabile, una tara ereditaria appunto. D'altronde si schermirà lo stesso Zola nel Romanzo sperimentale: " Il naturalismo non mi appartiene, appartiene al secolo: agisce nella società, nelle scienze, nelle lettere e nelle arti, nella politica. E' la forza della nostra età".
Dalla miseria al successo. Gli anni di formazione
Zola non nasce certo ereditiero, ma l’elemento ereditario conterà moltissimo nella sua opera. Nato a Parigi nel 1840, è figlio di un ingegnere veneziano incaricato dei lavori del canale di Aix-en-Provence, ed ha soltanto sette anni quando suo padre muore. Comincia allora un periodo di grande difficoltà, a volte sull’orlo della miseria, per sé e sua madre; è figlio unico e destinatario di una borsa studio, ristretto in un collegio dove compie studi di non grande livello, ma dove incontra Paul Cézanne, che sarà a lungo suo amico. Nel 1858, a diciotto anni, raggiunge la madre a Parigi, dove tenta di fare riconoscere i propri diritti dalla società del canale di Aix. Perde