Discorso roosvelt
(dal discorso inaugurale di Franklin Delano Roosevelt, 4 marzo 1933)
Durante la difficile campagna elettorale del 1932, i discorsi del candidalo democratico Franklin Delano Roosevelt furono per la maggior parte stesi, nelle linee di fondo, dai suoi collaboratori e poi da lui rivisti. Il discorso con il quale Roosevelt si presentò alla nazione statunitense da presidente eletto, il 4 marzo 1933, fu invece interamente opera Sua. Il momento era drammatico: dal 29 ottobre 1929, giorno del crollo della borsa di Wall Street, fino al 1932 la produzione industriale statunitense era scesa quasi del 50%. Col suo discorso inaugurale il nuovo presidente si propose di dissipare i timori e l’angoscia del futuro serpeggianti all'interno di una comunità duramente colpita dalla crisi, di infondere sicurezza e dare una prospettiva alla nazione smarrita. La rassicurazione non fu formale, ma assunse un tono concreto e operativo, attraverso una rassegna degli interventi ritenuti necessari per uscire dalla grave situazione. Dalle parole rooseveltiane emerge la filosofia del New Deal: un ampio e organico programma di interventi per ridare slancio all’economia e mettere ordine nel settore borsistico-finanziario, dove l'assenza di regole aveva favorito rovinosi comportamenti privi di scrupoli. Due fattori caratterizzano il programma democratico rispetto alla politica condotta dalle amministrazioni repubblicane negli anni precedenti: la volontà dì affidare allo Stato una funzione di coordinamento e controllo nel settore economico, l’avvio dì una politica estera più aperta verso gli altri Paesi.
La prospettiva rooseveltiana metteva in luce le differenze politico-ideologiche tra democratici e repubblicani. Pur condividendo il senso di appartenenza alla tradizione e allo spirito americano, i democratici erano portatori di una maggiore sensibilità verso l'interesse comune, i problemi delle minoranze, la tutela dei diritti civili, e vedevano con favore l'azione di coordinamento